IL COLORE E LA RIGENERAZIONE URBANA
É importante comprendere il ruolo del colore negli interventi di rigenerazione urbana, perché è fattore di orientamento, identificazione e valorizzazione di luoghi anonimi, dove sovente si sono sviluppati importanti fenomeni di degrado urbano e sociale. L’aspetto cromatico dello spazio urbano incide fortemente sulla comprensione di quel luogo, sulla percezione degli elementi che lo identificano e quindi sulla costruzione dell’immagine mentale che ci costruiamo. Questo influisce anche sulla capacità dell’uomo di orientarsi in quello spazio in modo da poter funzionare in esso.
La rigenerazione urbana non interessa solo la ricostruzione di quartieri degradati, ma può adottare processi di riqualificazione sostenibile delle città valorizzando spazi ed edifici attraverso l’uso di tecnologie e materiali a basso impatto ambientale. Fra questi, il colore può essere considerato lo strumento più sostenibile ed economico.
L’APPROCCIO INTERNAZIONALE
In ambito internazionale, i processi di rigenerazione urbana includono il colore e la luce come strumenti di progetto fondamentali, spesso integrati a tecnologie innovative che possono interagire con i cittadini dinamicamente. Quindi,grazie alla luce e al colore è possibile prefigurare per gli spazi aperti una serie di scenari in evoluzione, improntati sul dinamismo configurativo, materico e cromatico.
L’abbinamento colore-luce rafforza gli esiti dell’intervento trasformando uno spazio statico in un ambiente attivo e dinamico, perchè la luce conferisce alle superfici colorate tonalità e sfumature sempre diverse, sia la luce naturale durante il giorno, sia la luce artificiale di sera, aumentandone la visibilità nell’arco dell’intera della giornata.
Alcuni interventi interessanti sono, per esempio, i progetti di urban design di Topotek 1 in Germania (The Garden), in Corea (Young, The Serpentine Gallery), a Mulhouse in Francia (Urban Graphics Porte Jeune) ecc., fino al più famoso Superkilen completato nel 2012 a Copenhagen. Si è trattato di un intervento di rigenerazione urbana di un grande quartiere multietnico, con un progetto di ampio respiro, coloratissimo, realizzato attraverso un approccio partecipativo.
La scelta del colore e del tipo di applicazione o tecnologia non sono mai semplici o scontati. Infatti è fondamentale considerare e studiare il contesto geografico, storico e sociale in cui l’intervento deve essere realizzato, talvolta osando soluzioni innovative per promuovere un forte cambiamento delle sorti di molte parti degradate delle città.
É il caso del famoso Red Ribbon Park, di Turenscape, realizzato nel 2007 a Qinhuangdao, Cina. É stato un progetto di rigenerazione e valorizzazione di una vasta area verde, abbandonata, di 200.000 mq. Il nastro rosso luminoso è una seduta che si estende per 500 metri, attraversando il parco longitudinalmente, seguendo il corso del fiume. Il “nastro” integra le funzioni di illuminazione, posti a sedere, valorizzazione ambientale e orientamento.
A Copenhagen il progetto è caratterizzato da tre distinte aree con funzioni e colori diversi: l’area rossa (con diverse gradazioni di colori caldi: rosso, arancione, fucsia, ecc.), l’area verde e l’area grigia a righe (pavimentata).
PERCHÉ LA SCELTA DEL COLORE ROSSO É COSÍ FREQUENTE , RISPETTO ALTRE TONALITÁ?
Nelle ricerche che ho condotto in questi ultimi anni, in termini cromatici, ho riscontrato approcci diversi al colore in funzione degli obiettivi dell’intervento del contesto sociale e soprattutto delle risorse economiche.
Nel caso di rigenerazione dedicata agli spazi aperti ho potuto accertare una prevalenza nell’uso di un accordo cromatico rosso-verde, in cui il colore rosso sembra prevalere nella identificazione di percorsi e direttrici visive, e di colori affini nelle varianti dei rosa-arancioni-fucsia, per le superfici piane e di calpestio. Il verde è applicator nelle parti sempre in piano, sia come verde naturale, sia come materiale artificiale (vernici o rivestimenti). Presumibilmente l’utilizzo di questo contrasto/accordo (simultaneità? complementari?) è legato alla riconoscibilità degli spazi (rosso), alla positività e luminosità e alla diffusa sensibilità sostenibile per il verde.
L’approccio sulle superfici verticali è diverso: qui si possono riscontrare interventi di artisti, non di progettisti, per cui le realizzazioni non seguono un canone prettamente progettuale, ma sono assimilabili a installazioni dai colori più disparati e con diverse tecnologie.
Attualmente, in molte città si stanno sviluppando anche interventi di urbanismo tattico, dove il colore gioca un ruolo fondamentale nella definizione dei percorsi e delle aree di sosta (incroci, piazze, parcheggi). Sono progetti creativi, a basso costo perché utilizzano in buona parte vernici, ma ad alto impatto ambientale. Milano è un esempio molto interessante da questo punto di vista. Come sono altresì interessanti molte installazioni urbane interattive, coloratissime, realizzate con tessuti e tecnologie emergenti.
Su questi argomenti seguiranno altre “Pillole di colore” a breve.
© Katia Gasparini 2021
Riferimenti bibliografici
- K.Gasparini, Spazi Connessi, Maggioli, Milano, 2019
- K.Gasparini, MEDIA ENVIRONMENT. New technologies and tools for built environment communication and valorisation, in Screencity-International Academic journal, ISSN 2281-2210, n. 01, ISBN 978-88-9637-010-0, 2012
- K.Gasparini, “Materia e colore per una riqualificazione paesaggistica funzionale”, in P.Zennaro a cura di, LANDSCAPE RE-DESIG. Un nuovo waterfront per il lago di Roncone, Maggioli, S.Arcangelo di Romagna, 2017, ISBN 9788891624185
- K.Gasparini, “Colore e luce: sostenibilità per la rigenerazione urbana”, In: Colore e Colorimetria. Contributi Multidisciplinari Vol. XII A, Conference Proceedings of XII° Colour Conference in Turin (IT) , 2016
- “Red Ribbon Park / Turenscape” 07 Nov 2013. ArchDaily. Accessed 7 Feb 2021. <https://www.archdaily.com/445661/red-ribbon-park-turenscape> ISSN 0719-8884